Correva l’anno 2015 e mi apprestavo a discutere la tesi di Master in Posturologia Clinica dal titolo: “Riprogrammazione Posturale in chiave olistica: Correlazione tra fascia e meridiani energetici”.
Devo dire che fu proprio un bel lavoro grazie anche ad uno studio, svolto a Milano, che aveva come oggetto proprio come migliorare la postura con lo Shiatsu.
Partendo proprio dallo Shiatsu, mia grande passione, ti spiegherò in questo articolo dove nasce e come migliorare la postura con questa fantastica arte per la salute.
1. Cos'è lo Shiatsu
Il ministero giapponese per la Sanità e il Benessere ha definito lo Shiatsu come segue:
“La shiatsuterapia è una forma di manipolazione che si esercita con i pollici, le altre dita e le palme delle mani senza l’ausilio di strumenti meccanici o d’altro genere.
Consiste nella pressione sulla cute intesa a correggere le disfunzioni interne, a migliorare e a conservare lo stato di salute o a trattare malattie specifiche”.
Lo Shiatsu è una forma di manipolazione fisica sviluppatasi in Giappone nel XX secolo. Trae origini da antiche tecniche cinesi, il do-in e l’anma. Il primo è molto simile allo yoga, mentre il secondo assomiglia al massaggio occidentale.
Queste due tecniche rappresentano la più antica forma di trattamento medico dell’Oriente.
Come nasce il termine Shiatsu
Il riconoscimento dello Shiatsu come terapia manipolatoria risale a circa 70 anni fa ed il metodo gode di vasta popolarità da una cinquantina di anni.
Il governo, però, emanò disposizioni legislative per l’anma, stabilendo che chi esercitava tale tecnica doveva essere in possesso di regolare licenza.
Per eludere queste norme, molti terapisti già esercitanti cambiarono nome al trattamento che praticavano.
Ed è così che nasce il termine Shiatsu.
Lo Shiatsu, in giapponese shi (dita) e atsu (pressione), ha lo scopo di attivare le capacità di autoguarigione e riequilibrio delle funzioni psicofisiche del corpo.
Tutto attraverso le pressioni su punti specifici, stiramenti e manovre di mobilizzazione attiva e passiva del corpo stesso.
Si ritiene che disturbi e malattie siano prodotti da situazioni di squilibrio dell’organismo che spesso affondano le loro radici nelle abitudini di vita e nei conflitti emotivi della persona che ne è affetta, interpretandoli in termini energetici.
Lo Shiatsu si propone, quindi, di effettuare un riequilibrio energetico dell’organismo agendo attraverso la struttura del corpo e una relazione terapeutica efficace.
Fu il M° Namikoshi, nei primi decenni del Novecento, ad elaborare una forma di terapia manuale utilizzando tecniche sia del massaggio tradizionale giapponese anma, sia tecniche di terapia manuale di derivazione occidentale.
Fu, poi, il M° Masunaga, allievo di Namikoshi, a notare che la maggior parte degli tsubo (punti di pressione) utilizzati, prima nell’anma e poi nello Shiatsu, coincidevano per la maggior parte con i punti dei meridiani di agopuntura.
Da qui la sua idea di elaborare quello che fino allora era un trattamento di punti empiricamente efficaci su alcune patologie, in un trattamento sistematico dei meridiani di agopuntura mediante la pressione sui loro punti principali.
L’intuizione di Masunaga portò lo Shiatsu della scuola Yokai, da lui fondata, a sviluppare una tecnica notevolmente più complessa.
Esistono varie tipologie, stili o metodi di Shiatsu, ma essenzialmente si distinguono due grandi scuole: Namikoshi e Masunaga.
Vediamo adesso in cosa consiste il trattamento Shiatsu.
2. Il trattamento Shiatsu
Dopo averti introdotto cos’è lo Shiatsu entriamo nel vivo del trattamento.
Lo Shiatsu, come ti ho già spiegato, è una tecnica terapeutica olistica saldamente radicata nella Medicina Tradizionale Cinese (MTC) e fondata sull’idea che l’energia vitale, detta qi o ki, fluisca nel corpo attraverso canali chiamati meridiani.
Questi possono essere influenzati esercitando una pressione su specifici punti, eliminando così i “blocchi” nel flusso di energia e favorendo un funzionamento più salutare dei singoli sistemi e dell’organismo nella sua interezza.
Il Trattamento Shiatsu regola principalmente il corpo sano e previene gli squilibri energetici che, secondo la MTC, sarebbero la causa delle malattie.
Il trattamento
Il Trattamento Shiatsu inizia in genere con un breve colloquio con il ricevente, detto uke, nel corso del quale spiega quali siano i sintomi, le sensazioni o semplicemente la motivazione che l’ha spinto a farsi trattare.
Il colloquio sembra una banalità, ma serve a reperire tante informazioni.
Il tono di voce, la postura, la conformazione fisica generale sono utili al fine della “diagnosi energetica”.
Finito il colloquio, il ricevente è invitato a sdraiarsi sul futon, comodo materassino sottile e stabile che permette di applicare pressioni efficaci.
L’Operatore Shiatsu (tori) indica all’uke quale posizione deve adottare in base ai meridiani da trattare: decubito prono (pancia in giù), decubito supino (pancia in su) o decubito laterale.
Un trattamento dura circa 40-50 minuti e non è possibile stabilire a priori quanti trattamenti necessita il ricevente.
Spesso bastano poche sedute per avvertire miglioramenti significativi. La cadenza consigliata è settimanale, ma l’intervallo tra un trattamento e l’altro può essere anche quindicinale o mensile.
Effetti dello Shiatsu
il ricevente avvertirà una ritrovata e naturale vitalità, sia sul piano fisico che su quello psichico, con un senso di benessere generalizzato e duraturo.
Poi scoprirà dentro di sé una nuova armonia, i cui effetti si manifestano in una maggiore lucidità mentale accompagnata da un miglioramento dell’umore.
Ma anche una ritrovata scioltezza articolare e muscolare, in un riequilibrio dell’assetto posturale e, infine, nella scomparsa di innumerevoli disturbi e dolori con una predisposizione al benessere assolutamente spontanea.
3. L'operatore Shiatsu
Uno Shiatsuka (ovvero l’Operatore Shiatsu qualificato) ha eseguito un corso di formazione di almeno tre anni (circa 650-700 ore didattiche tra teoria e pratica).
Ci tengo a precisare questo perché ho trovato in rete il programma di formazione di alcune scuole per estetiste che elencava, tra le altre materie, cenni di massaggio Shiatsu.
Ora, senza togliere nulla alle capacità di un’estetista, è davvero improbabile che in una o due lezioni possa imparare anche solo una manovra.
Lo stesso vale per i classici corsi a week end.
Vorrei farti capire che è davvero una disciplina molto vasta e c’è bisogno di tempo, studio e fatica per poter essere “metabolizzata”.
Alcune scuole, infatti, dopo il terzo anno propongo altri step per approfondire argomenti e per rendere l’Operatore sempre più preparato ed aggiornato.
Si dice che lo Shiatsuka conservi sempre la mentalità del principiante, ovvero non è mai stanco di apprendere e non sviluppa quell’arroganza tipica dei millantatori.
Si tiene aggiornato seguendo seminari ed è molto attento a non incappare nella trappola del “santone”.
Infatti spesso si trovano annunci del tipo: guarigione da sciatolombalgia, emicrania, problemi di circolazione, etc.
L’Operatore Shiatsu non fa diagnosi e non cura patologie.
Mi raccomando!
4. Come migliorare la postura con lo Shiatsu
Ed eccomi arrivato alla parte dell’articolo dove ti spiego come migliorare la postura con lo Shiatsu.
“Un modo per interpretare oggettivamente la condizione di un’entità vivente è la sua postura.
Tutte le differenti varietà e modalità di funzionamento delle cose viventi possono essere differenziate attraverso le loro posture caratteristiche.
Negli esseri umani la postura riflette l’atteggiamento e rivela le intenzioni prima che l’azione venga intrapresa.
La postura cambia con il movimento del ki (energia), così lo stato del ki può essere osservato nella postura della persona. Giacché il ki si muove prima del corpo, quando questa iniziativa è troncata sul nascere l’azione stessa è bloccata.
Quando il ki è trattenuto perché il movimento viene inibito, può rimanere bloccato o ostacolato in quanto energia repressa.
Ciò a sua volta può causare rigidità nella parte che si voleva muovere e di conseguenza altri movimenti diventano goffi e scomodi”.
In queste poche righe il M° Masunaga ha voluto sottolineare come il libero fluire del movimento è sotteso al libero fluire del ki.
Ciò significa considerare l’attività neuro-mio-fasciale (n.m.f.) che regola la postura come una manifestazione dell’attività del ki.
E’ chiaro che il movimento non può essere considerato come la somma dell’azione di singoli muscoli, ma vanno considerati sia i legami funzionali che i muscoli “messi in catena” sviluppano tra di loro, ma anche i legami fasciali che ne conseguono.
“Se si muove una parte, il corpo risponde come un tutto”
(Schultz e Feitis).
La fascia ospita i muscoli della catena motoria che, essendo inseriti nella faccia interna di tale fascia, finiscono per tenderla durante la contrazione.
La fascia è fissata sulle ossa in modo che tali ancoraggi permettano la sua trazione, ma non lo spostamento.
Durante un movimento sulla fascia agiscono quindi tre forze: le inserzioni muscolari, le inserzioni ossee, l’accorciamento durante la contrazione concentrica o l’allungamento durante la contrazione eccentrica. La risultante di queste tre forze si propaga lungo tutto il segmento fasciale.
Questo tragitto corrisponde al percorso dei meridiani energetici.
Molti ricercatori sono arrivati a dimostrare che i meridiani energetici si trovano nei tessuti connettivi cutanei, specificatamente nella fascia (Motoyama).
La possibilità di poter stimolare la fascia attraverso un lavoro sui meridiani, induce a considerare l’opportunità di utilizzare la Medicina Non Convenzionale (MNC) anche nell’ambito della Riprogrammazione Posturale.
Infatti l’equilibrio e l’armonia delle catene muscolari sono di fondamentale importanza per una corretta postura.
Un posto di spicco tra le MNC lo occupa, senza ombra di dubbio, lo Shiatsu.
Eccomi arrivato alla fine di questo articolo che spero ti sia stato utile.
Se hai bisogno di qualche chiarimento o vuoi farmi qualche domanda lasciami un messaggio qui sotto e se ti fa piacere condividi!